L'Uzbekistan moderno è l'armonia dei contrasti. La popolazione è istruita ma legata ad antiche tradizioni, le strade sono enormi e popolate di pochissime auto, gli edifici islamici sono decorati con figure antropomorfe... Ogni momento della permanenza in Uzbekistan non ci si può non meravigliare per qualcosa, e in modo piacevole. Ma se un Paese è il prodotto della sua storia, vi prego di proseguire la lettura per qualche riga ancora: dal VI sec. a.C. gli Achemenidi popolano quella regione dell'Asia Centrale che sarà attraversata da Alessandro Magno, giungendo fino a Samarcanda nel IV sec. a.C.; nel VI sec. d.C. i Turchi percorrendo la Via della Seta percorrono la regione e gli Arabi nell'VIII sec. d.C. fanno conoscere l'Islam. Tra il IX e il X sec. i persiani dominano quel territorio che nel XIII sec. Gengis Khan decise di saccheggiare. Nel 1300 ca. la diffusione dell'Islam si sovrappone al paganesimo. Nel 1598, alla morte di Abdullah II, la Via della Seta perde d'importanza e nel Settecento il Khan di Khiva si offre a Pietro il Grande (il fondatore di San Pietroburgo) per avere protezione; così, nell'Ottocento, la regione è ormai abbandonata e solo 3 città, Khiva, Bukhara e Kokand sono in contrasto tra loro. Solo nel 1918 i bolscevichi proclamano la Repubblica Socialista Sovietica dell'Uzbekistan e fino al 1991 l'Uzbekistan farà parte dell'Unione Sovietica, “avvicinandosi” così all'Occidente. Ora la Repubblica dell'Uzbekistan è un Paese considerato “in via di sviluppo”, ma sembra abbia buone potenzialità visto che nel deserto di Kyzylkum c'è la più grande miniera d'oro a cielo aperto del mondo e vi sono risorse naturali come carbone, gas naturale, petrolio, uranio e metalli. Ecco come si presenta l'Uzbekistan al viaggiatore moderno: architettura sacra islamica, popolazione ospitale legata al commercio e tradizioni millenarie. Un mondo affascinante da scoprire. E non dimenticate che è il periodo ideale per vistare il Paese e ci sono partenze garantite minimo 2 partecipanti.