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Di Giovanni Rachello
VIII - La riconquista di Barcellona
Una delle tappe più rilevanti della Reconquista avvenne in concomitanza con la nascita dell’impero carolingio, dato che nello stesso anno in cui il papa Leone III elevò Carlo Magno al titolo di imperator romanorum iniziò anche la conquista della contea di Barcellona, al tempo sotto il governo di Al-Andalus, il califfato degli Omayyadi. Questi avevano invaso la penisola nel 711, provocando la fine del regno dei Visigoti e avevano perfezionato la conquista nel 714 prendendo possesso delle città più settentrionali come Astorga e Leon. La ribellione di Pelagio del 718, in seguito alla quale si formò il Regno delle Asturie, segnò l’inizio di questo lungo processo, durato quasi 800 anni. Se i Visigoti asturiani avevano cominciato questa conquista dal nord-ovest, nella controparte orientale furono i Franchi a farsi carico della Reconquista, forti del carisma del loro sovrano e delle capacità militari del loro esercito, il quale aveva riunito in un unico regno l’Europa centrale nel corso dell’ultimo secolo. Non fu Carlo Magno a guidare direttamente ma il suo terzo figlio, Ludovico il Pio, che regnava allora sull’Aquitania, il regno franco posto subito a nord dei Pirenei.
È il poeta franco Ermonldo Nigello a narrare della riconquista di Barcellona, sotto il governo del wali Sadun Al-Ruayni e poi del suo successore Harun. Sadun, il quale era in pieno contrasto con il suo signore, l’emiro di Cordova Al-Hakam, e aveva proposto a Carlo Magno di prendere possesso della città. Quando però arrivò l’armata franca, guidata da Ludovico il Pio e dal futuro conte Berà, Sadun si rifiutò di cedere la città e cercò di fuggire, venendo catturato dai nemici e lasciando il posto ad Harun nell’autunno dell’800. Venuto l’anno nuovo, dopo l’incoronazione di Carlo Magno, l’assedio portato avanti dai Franchi giunse al termine, secondo Nigello proprio grazie ad un’azione di Ludovico il Pio. Costui, a seguire la narrazione, avrebbe scatenato il panico tra i difensori scagliando con forza la propria lancia e conficcandola nelle mura marmoree della città, rimanendovi infissa[1].
Era l’anno 801, la Barcellona dei Mori cadde e rialzò come contea dei Franchi, la sua unica propaggine nella penisola iberica. Da qui partì la formazione del regno di Aragona, che per secoli rivaleggiò con le repubbliche marinare nel Mediterraneo e costituì uno dei due cuori della Spagna.
[1] Ermoldo Nigello, Carmina In honorem Hludowici Liber I, vv. 515-520: Tum rex ipse pius crispans hastile lacerto / Inque urbem adversam conpulit ire celer. / Hasta volans mediae ventis se contulit urbi, / Marmore subiecto figitur acta nimis. / Hoc signo Mauri turbati corda pavore /mirantur ferrum, plus iacentis opus.