Ubuntu’s stories
Di Giovanni Rachello
XIII - Shaka e la riforma militare del regno Zulu
Il famoso sovrano del regno africano Zulu, Shaka, fu l’autore di una riforma militare all’interno del proprio regno quando prese il potere nel 1816. In gioventù, Shaka e la madre Nandi furono scacciati da suo padre, il re Senzangakona, un capo del popolo Ngoni, di cui faceva parte la tribù degli Zulu, e dopo molto peregrinare arrivarono presso la corte di Jobe, re della confederazione Mtetwa. In questo contesto si concentra buona parte della vita di Shaka, che rimase presso la corte di Jobe e del suo successore Godongwane, dove accrebbe la propria reputazione di grande guerriero e di nobile della corte Mtetwa fino al 1816, quando alla morte del padre Senzangakona tornò nel suo regnò e spodestò il fratellastro Siguyana, appena salito al trono, con l’aiuto di Godongwane.
Fin da subito, Shaka diede inizio ad una profonda riforma militare all’interno del proprio regno, ricalcando la stessa riforma del sovrano Mtetwa: Godogwane, meglio conosciuto come Dingiswayo, aveva ideato un nuovo tipo di formazione da battaglia all’interno del proprio esercito, nota come Impi. Questo etimo in origine indicava, in lingua Bantu, un qualunque gruppo di uomini armati che si recava alla guerra; questa era però non un mezzo diplomatico tra regni e clan come conosciuta in Europa, nel Medio Oriente o nell’Africa settentrionale, ma bensì un metodo per la risoluzione di contese private ed estremamente limitata dal punto di vista degli effettivi partecipanti. Con Dingiswayo, che secondo lo storico Donald Morris accrebbe il proprio potere ridirigendo le forze dedicate alle faide familiari verso una più giudizioso uso delle armi al servizio del regno Mtetwa, l’impi divenne la formazione entro cui iscrivere i guerrieri per rango d’età e mantenere l’ordine interno.
Shaka, che si distinse grandemente per la sua abilità in combattimento, portò la riforma di Godongwane ad un livello successivo quando divenne re degli Zulu: rese il proprio armamento personale, costituito dalla lancia corta da mischia chiamata iklwa e dal grande scudo di cuoio detto isilhangu, quello standard del proprio esercito, eliminando l’utilizzo dei sandali e costringendo i guerrieri ad allenamenti continui nel combattimento corpo a corpo, spesso ed erroneamente paragonati dallo stesso Morris agli addestramenti dell’antico esercito spartano nel suo volume The Washing of the Spears del 1998. In ogni caso, la riforma compiuta di Shaka portò la forza militare degli Zulu ad un nuovo livello, in grado di estendere il proprio territorio a dimensioni inusitate nell’Africa meridionale e di abbattere anche il potente regno dei ben più numerosi Ndwandwe e provocando anche un importante fenomeno migratorio detto Mfecane, dovuto proprio al tentativo di fuga in massa dalle spietate armate degli Zulu da parte delle altre popolazioni dell’Africa meridionale.