India! Ricordi confusi ma odori e profumi ben chiari, inconfondibili che ci toccano subito le narici ed entrano nel cervello. L'India può essere cambiata ma è immutabile in questo odore di spezie, di curry e coriandolo che gira nell'aria... E dopo colori colori e ancora colori riempiono la nostra vista. Le donne nei loro sari e punjabi colorati, gli occhi truccati, i veli delle islamiche. Rapporto donne a uomini tre a dieci ma si vedono perchè spiccano decisamente e ancora rumori urla, voci alte e l'immancabile suono dei clacson che entra profondamente nelle nostre orecchie. Buon giorno India sembri mutata, all'apparenza dopo 35 anni, ma la sostanza rimane la stessa!

Che sorpresa la visita al tempio sikh Bangla Sahib Gurudwara a Delhi! Non c’era nel programma di viaggio ma avevamo manifestato al tour operator che lo ha prontamente fatto presente con estrema professionalità al corrispondente e alla nostra guida, la nostra esigenza di uscire dai circuiti e dalle visite abituali e di entrare più in contatto con il popolo nella sua vita quotidiana e nella componente religiosa.

Detto... Fatto! Abbiamo vinto le nostre resistenze e senza scarpe ci siamo tuffate nella spiritualità indiana spogliandoci dei nostri pregiudizi. Che fierezza negli sguardi profondi dei sikh rapiti dalla musica e dai mantra. Una società di mutuo soccorso che sforna una media di 20.000 pasti al giorno con il lavoro di volontari che si alternano nelle cucine che abbiamo potuto visitare. Sono i sensi ad essere toccati. La vista dei turbanti di colori accesi, bluette, arancioni, bordeaux sono i colori più gettonati, che si stagliano sul marmo bianco coperto di tende bianche. La musica ottunde le nostre orecchie mentre si fa strada il profumo dei fiori lasciati in offerta all'altare. Gente raccolta in preghiera prostrata o seduta ai lati del tempio oppure persone, in un flusso incessante come un fiume in piena, che si sussegue senza sosta davanti all'altare. Anche qui contrasti e ancora contrasti chi si isola e chi partecipa. Non riusciamo a trovare il nostro equilibrio, ma nemmeno lo cerchiamo ci facciamo cogliere e trasportare senza pensare. Osserviamo e ci osservano. Sentiamo con i piedi il freddo del marmo e la morbidezza della moquette. È un'esperienza nuova, travolgente si sente il mondo anche coi piedi ed è una cosa che vorremmo ripetere. Il tatto è un senso per noi quasi perduto ma ha un fascino pregnante.

Non ci è mancata l’opportunità con dato che, successivamente, abbiamo avuto l’occasione di partecipare a più di qualche "arti" (cerimonia induista) a Pushkar, a Jaisalmer e a Bikaner. Anche questi tutti interessantissimi fuori programma come le innumerevoli soste nei mercati rurali e cittadini per stare in mezzo alla gente.

Noi occidentali dobbiamo vincere una certa ritrosia nel toglierci le scarpe e nell'appoggiare i piedi nudi a terra. In India questa è una sfida continua nelle visite ai templi indù. Certo non è facile appoggiare i piedi dove li appoggiano altri ma non è solo questo. Sono le condizioni igieniche esasperate, la presenza continua di animali che si dilettano a far banchetto delle palline di zucchero che i fedeli indù portano come offerta a lasciarci riluttante. Queste manifestazioni religiose a cui assistiamo ci stupiscono. La musica di tamburi e piatti cresce via via di intensità fino ad ottundere il cervello, a piegare la volontà rapendoci. I cori cantati che si trasformano in preghiera tendono a strapparci dalla realtà fino a quando l'aspersione finale con acqua ci riporta d'improvviso al presente. Si risente il rumore del silenzio e si percepisce l'odore quasi nauseabondo delle collane di fiori che sono portate come offerte. Volti a volte gentili e curiosi a volte interdetti scrutano queste due donne bianche che vedono, comunque, pregare. Alla fine la tensione si scioglie ci segnano la fronte col bollino rosso e ci danno dello zucchero e basilico da mangiare. Noi, lo ammettiamo, fingiamo di farlo. Non vogliamo sfidare la sorte e prenderci qualche strano batterio. Sappiamo, in cuor nostro, che i loro Dei ci perdoneranno... Grazie a Voi abbiamo camminato, comunque, a piedi nudi nel tempio.

PS Grazie a Voi sono anche sopravvissuta, visto che sono intollerante al coriandolo e al curry e ogni sera ciò veniva gentilmente ricordato in occasione del check in!

Paola M.,

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