Baja California

La Bassa California è una lunga e sottile striscia di terra che si allunga per 1.700 km tra il Pacifico e il Mar di Cortés. Territorio interamente messicano, è difficilmente paragonabile al resto del paese. Incontro inatteso tra la montagna, il deserto e il mare, la penisola è un invito al silenzio e al riposo. La vita riprende progressivamente, se ci si sposta verso il sud. Al largo potreste essere fortunati e vedere le balene arrivare e ripartire!

CAPITALE: Mexicali

POPOLAZIONE: 3,155,000 abitanti
LINGUA: La lingua ufficiale è lo spagnolo. L’inglese è abbastanza diffuso.

RELIGIONE: Cattolici 89%; evangelici e protestanti 4%; altro 7%
GOVERNO: Stato Federato

ORA: rispetto all'Italia 8 ore in meno in Baja California Sur, 9 ore in meno in Baja California Norte

CLIMA: Data la vastità del territorio e le differenti conformazioni geologiche (alta montagna, deserto e mare), le condizioni climatiche sono abbastanza variabili. Si passa dal tipico clima mediterraneo del nord fino al secco clima tropicale del sud. L’inverno è comunque percettibile con notevoli escursioni climatiche tra il giorno e la notte. La stagione balneabile consigliata, grazie alla calda temperatura dell’acqua, va normalmente da maggio ad ottobre. Nei mesi di luglio, agosto e settembre la temperatura può arrivare fino a 45 gradi.

CORRENTE ELETTRICA: 110 Volts; prese di tipo tripolare a contatti piatti con terra centrale rotonda

PREFISSO TELEFONICO: 0052

MONETA: Peso Messicano

PRINCIPALI AEROPORTI: Los Cabos; La Paz

PRINCIPALI MANIFESTAZIONI: Il Messico è un paese molto devoto e perennemente in festa. Il calendario religioso e storico è ricco di feste popolari e processioni molto folkloristiche.

LINKS UTILI: www.discoverbajacalifornia.com

TERRITORIO
La Baja California è una penisola confinante al nord con gli stati della California e dell’Arizona (Stati Uniti) e con lo stato messicano di Sonora. Per il resto è circondata dal mare, ad est dal Mar de Cortéz e ad ovest dall’Oceano Pacifico. Politicamente è suddivisa in Baja California Norte e Baja California Sur.

IMPERDIBILE
Tijuana per la sua posizione di transito a solo 23 km. dal centro di San Diego (California, USA) viene da molti considerata la città di frontiera più visitata al mondo. Si dice che il suo nome derivi da quello di un ranch che sorgeva dove adesso sorge la città: “Rancho de Tìa Juana” o dal nome dato alla zona dalla tribù di nativi Tiguan, che significa “vicino all’acqua”. Di certo si sa che la storia della città è sempre stata legata alle vicissitudini politiche degli Stati Uniti: verso la fine del 19° secolo, un crescente numero di persone si stabilì lungo il confine tanto da creare la città, fondata esattamente nel 1889. Quando nel 1917 nella vicina San Diego entrò in vigore il proibizionismo, accentuato nel 1920 con la proibizione degli alcolici in tutto i territorio statunitense, Tijuana colse subito l’occasione e divenne nel giro di breve meta di centinaia di americani attratti dal gioco d’azzardo, dai locali di cabaret e dai night club.
 
Ensenada si affaccia su un’ampia baia bagnata dalle acque dell’oceano Pacifico. Con il nome di Ensenada de Todos Santos, nel 7° secolo era stata identificata quale tappa sicura, grazie anche al suo profondo fondale, dalle imbarcazioni spagnole che trasportavano merci tra le Filippine ed Acapulco, e viceversa. Successivamente divenne nascondiglio dei pirati e attracco per i balenieri. Nel 1870, grazie anche alla scoperta di alcuni ricchi giacimenti d’oro nella zona, l’allora piccolo villaggio di Ensenada si sviluppo rapidamente divenendo in breve tempo un importante porto oltre che ricca città centro di scambi e di commercio. Negli anni 20 anche Ensenada trasse enorme vantaggio dall’applicazione delle leggi proibizioniste nei vicini Stati Uniti. Grazie all’enorme impulso ricevuto dai visitatori americani, in breve vennero costruiti resort ed hotel lungo tutta la baia. Tra gli sfarzi di allora, ancora oggi si ricorda la cerimonia inaugurazione del famoso Playa Ensenada Hotel & Casino (successivamente chiamato Riviera del Pacifico ed oggi, non più hotel, ospita il Centro Social, Civico y Cultural ed il Museo de Historia de Ensenada) avvenuta nel 1930. Ad essa parteciparono Rita Hayworth e Bing Crosby. Una volta prosciugate le miniere, e terminato il proibizionismo, si tornò ad un economia rurale e si sviluppò il porto commerciale per il trasporto dei prodotti agricoli e dell’industria peschiera. Turisticamente Ensenada ha avuto uno forte sviluppo dal 1980 in poi diventando meta favorita per i californiani che passano qui i loro fine settimana. Oggi Ensenada è una importante città portuale di 250.000 abitanti, tappa regolare per le navi da crociera che solcano l’Oceano Pacifico. A circa 40 Km. a sud della città, a Capo di Punta Banda, è possibile ammirare La Bufadora, la maggiore attrazione della zona. Si tratta di una cava naturale con un effetto simile a quello di un geyser dove l’azione del vento, delle onde, e della marea crea un enorme getto d’acqua di mare che in condizioni ideali raggiunge un’altezza di circa 25-30 metri.
 
Cataviña è una piccolissima città che sorge ne cuore del Deserto Central de la Baja California; un piccolo agglomerato di poche case che vede quali centri abitati più vicini El Rosario, sulla costa in direzione nord, distante 122 km e Guerriero Negro, in direzione sud a ben 356 Km . Fino al non lontano 1970 il mondo “finiva qui” e l’unico mezzo di locomozione erano i muli o camion molto resistenti. Tutta la regione è territorio protetto del Parque Natural del Deserto Central de la Baja California ed il solitario paesaggio che si incontra, già da poco dopo El Rosario, è arricchito da strane conformazioni rocciose ed enormi massi oltre che da una vegetazione molto bizzarra. Per gli amanti della botanica infatti qui è possibile ammirare una vegetazione esotica seconda a nessun altro luogo del pianeta; decine e decine sono le varietà di cactus che si incontrano da quelli che raggiungono i 20 metri d’altezza a quelli che sono vecchi anche di 400 anni, così come numerose sono le varietà di piante tipiche dell’ambiente desertico. Lungo il letto asciutto dei torrenti non è difficile incontrare boschi di varietà diverse di palme tipiche della zona. Tutta questa ricca vegetazione si integra alla perfezione con le enormi rocce color rosso-salmone che si stagliano nel deserto come se fossero cadute dalle mani di un gigante. Impossibile trattenersi dal fare una passeggiata nei dintorni di Cataviña e “perdersi” in questo naturale giardino roccioso magari per far visita alle rovine del Rancho Hernandez o fermarsi ad ammirare le pitture e le incisioni rupestri lasciate dai Nativi alla Cueva Pintada.
  Bahìa de Los Angeles fu raggiunta la prima volta da Francisco de Ulloa nel 1539 durante l’ultima spedizione finanziata da Hernan Cortéz, e rimase l’attracco di riferimento della Missione di San Borja, che sorge nel suo entroterra, fino al 1762. Intorno agli inizi del XX°secolo il villaggio divenne un importante porto per il trasporto dell’oro e dell’argento estratto nelle vicine miniere di Santa Martha e di San Juan nella vicina Sierra di San Borja. Pur non offrendo strutture ricettive di qualità, e forse grazie anche alla semplicità delle strutture, Bahìa de Los Angeles, può essere considerata un paradiso per gli amanti della natura. L’arcipelago di isole di fronte alla baia sono area protetta dal 1978 ed ospitano numerose specie di uccelli. In particolare l’Isla de Raza è conosciuta a livello internazionale perché nel mese di aprile ospita circa 300.000 gabbiani e circa 45.000 rondini di mare reali. Escursioni in barca consentono l’avvistamento di pesci dalla grossa taglia quali mante, pesci martello, squali tigre, delfini ed anche balene che si addentrano nel Mar di Cortéz nei mesi invernali. Non è però solo il mare ad offrire spettacoli naturali. Lungo la costa si possono effettuare piacevoli passeggiate così come visitare il piccolo centro di protezione e ricerca per la salvaguardia delle tartarughe di mare. Nell’entroterra si consiglia di fare escursioni sulla Sierra San Borja così come visitare le miniere abbandonate di Santa Martha e di San Juan. Nel piccolo villaggio di Bahìa de Los Angeles si può far visita al Museo de Naturaleza y Cultura.
 
A 5 km dal confine che divide la Penisola della Baja California in Norte e Sur sorge la cittadina di Guerrero Negro. Il suo nome trae origine da quello di una nave statunitense, la “Black Warrior” che, sovraccarica di olio di balena, affondò nel l858 al largo della Scammon’s Lagoon. Se nel passato era conosciuta come sosta lungo la Transpeninsular, oggi è una fiorente cittadina di circa 10.000 abitanti. Questo sviluppo è dovuto al fatto che dal 1954 la Compañia Exportadora de Sal vi ha sede con il più grande impianto di lavorazione del sale del mondo. Inoltre Guerrero Negro è particolarmente amata dagli eco-visitatori, specie nel periodo invernale, da gennaio a marzo, quando migliaia di appassionati arrivano qui da tutto il mondo per ammirare le balene grigie che si accoppiano e partoriscono nella vicina Laguna Ojo de Liebre. Gli estuari e le paludi della regione, che comprende anche le saline e che dal 1972 è Parco Naturale della Balena Grigia, sono la casa di un’innumerevole varietà di uccelli, stanziali o migratori, tra i quali il pellicano, il falco dalla coda rossa, l’airone bianco e grigio, il chiurlo e l’aquila reale. Ciò rende Guerriero Negro anche meta di notevole interesse per gli appassionati di ornitologia. Nei dintorni della cittadina hanno un certo fascino i paesaggi creati dalle Dunas de Soledad che possono raggiungere anche gli 8 metri d’altezza.
 
L’inaspettata oasi di San Ignacio è situata in una piccola valle fertile a circa 135 km a sud di Guerrero Negro. Chiamato Kadakaaman (fiume dall’erba rossa) dai Nativi Cochimi che abitavano la zona nel periodo precolombiano, questo piccolo villaggio venne scoperto nel novembre del 1716 dal Gesuita Francisco Maria Piccolo ma solo nel 1728, grazie al padre gesuita Juan Bautista Luyando, venne fondata la Missione di San Ignacio. Dopo che l’Ordine dei Gesuiti dovette lasciare il “Nuovo Mondo”, nella missione si insediarono i padri Dominicani i quali, nel 1786 rimpiazzarono la vecchia chiesa con una molto più imponente. Questa, considerata una delle più belle missioni della Baja California, è quella che, restaurata, viene ammirata oggi dai visitatori che scoprono la piacevole atmosfera di San Ignacio. Dal villaggio partono inoltre le escursioni alle Caverne della Sierra di San Francisco, dove sono ospitati i più spettacolari esempi di arte rupestre precolombiana del Deserto Central e per questo protette come sito storico dall’UNESCO. A circa 58 Km dal villaggio, raggiungibile percorrendo una strada sterrata, c’è Laguna di San Ignacio, facente parte della Reserva del la Biosfera de Vizcaíno. La Laguna nei mesi invernali è il ritrovo della balena grigia che, qui, si reputa sia particolarmente amichevole e predisposta al contatto con gli eco-visitatori. Circa 45 Km ad est di San Ignacio, quando il panorama diventa sempre più vulcanico, si possono ammirare Las Tres Vìrgenes, tre vulcani dalla classica forma a cono.
 
Cittadina di circa 12.000 abitanti, Santa Rosalia è situata tra due altipiani affacciati sul Mare de Cortéz e visse il suo momento di splendore quando nella seconda meta del XIX° secolo (1868) nella zona vennero trovati grossi giacimenti di rame. Nel 1885 una compagnia francese, la “Compañia El Boleo” acquistò i diritti per lo sfruttamento dei giacimenti dal governo messicano. 600 km di gallerie furono scavati, 30 km di ferrovia, per il trasporto del rame estratto dalla zona delle miniere al porto, furono costruiti. Dette impiego, oltre alla popolazione locale, anche a Nativi Yaqui, a messicani provenienti dallo Stato di Sonora ed a lavoratori asiatici. Si arrivò ad estrarre 10.000 tonnellate di rame all’anno. Le miniere consentirono una ricca estrazione fino al 1954, quando alcune di esse iniziarono ad esaurirsi. Il terreno della concessione fu restituito al governo messicano che continuò a far estrarre il rame fino al 1985, anno in cui l’attività d’estrazione fu definitivamente interrotta. Delle costruzioni e delle installazioni presenti in città sin dall’apertura delle miniere, oggi è possibile ancora ammirare, l’alta ciminiera, gli alti cumuli di materiale di scarto della lavorazione del rame, la fonderia e la torre di carico nel posto. Lungo le vie della città fanno bella mostra locomotive, carrozze, e carrelli per il trasporto del rame. La compagnia inoltre importò una caratteristica quanto originale architettura francese ammirabile sia nell’impianto originale dalla città quanto nella zona sviluppatasi sull’altipiano e denominata Mesa Francia. E’ qui che si possono ammirare i più begli esempi di questa architettura: l’hotel Francés, fondato nel 1886 e l’antico edificio che ospitava l’amministrazione della compagnia e che oggi è sede del Museo Històrico Minero. Altra testimonianza del passato storico della città è la Chiesa di Santa Barbara di Santa Rosalia, disegnata nel 1887 da Gustave Eiffel per partecipare all’Esposizione di Parigi del 1889 dove vinse il secondo premio. La chiesa, completamente costruita in ferro, fu acquistata da alcuni dirigenti della “Compañia El Boleo” che qui la fecero trasportare e ricostruire nel 1897.
 
Punta Chivato è un piccolo gioiello nel deserto che offre al viaggiatore un’atmosfera di quiete e bellezza unici nel suo genere, con chilometri di spiagge incontaminate e solitarie. Nelle acque pulitissime della Bahìa di Santa Inés è possibile osservare diverse varietà di mante, delfini, pesci martello e migliaia di pesci tropicali. L’arcipelago di isole che sorgono di fronte alla punta sono degno scenario di tramonti mozzafiato.
 
Piccolo villaggio abitato da circa 3.000 persone Mulegé, come San Ignacìo, è un’oasi sorta lungo le rive di un fiume a poca distanza dal Mar di Cortéz. Situata in una valle ricca di palme e bouganvillas multicolori, questo luogo meraviglioso fu scoperto dal gesuita Juan María de Salvatierra che nel 1705 vi fondò la Missione di Santa Rosalía. Oggi dell’antica Missione resta solo la Chiesa di Santa Rosalìa di Mulegé, visitabile sulla sommità di una collina rocciosa da cui domina il villaggio e da cui si gode un bellissimo panorama dell’abitato parzialmente nascosto dalle rigogliose palme. Sul lato di un’altra collina è possibile ammirare il bianco fortilizio che un tempo ospitava le prigioni della città. Oggi la costruzione ospita il museo. Immediatamente a sud di Mulegé è possibile addentrarsi in un’altra delle attrazioni naturalistiche della Baja California: Bahìa Concepción. Spettacolare per il colore ed i riflessi del suo mare ed arricchita dalle bianchissime spiagge di Santispac, Concepción, Los Cocos, El Burro, El Coyote, Buenaventura, El Requesón e Armenta, Bahìa Concepción fa da contrasto al deserto circostante con la sua vegetazione esotica e le numerose varietà di cactus.
 
Considerato uno dei più antichi insediamenti della Baja California Sur, Loreto deve la sua origine al Gesuita Juam Marìa Salvatierra che giunto su questa costa il 19 Ottobre 1697 vi fondò la prima missione della regione, la Missione di Nostra Signora di Loreto. E’ da qui che il cristianesimo fu poi pacificamente introdotto nelle californie. Per lungo tempo Loreto fu il centro religioso ed amministrativo dell’intera California Spagnola. L’ampio territorio di cui era capitale si estendeva dall’estremo sud dell’attuale penisola della Baja Claifornia fino a quello che oggi è conosciuto come Oregon State, negli Stati Uniti. Nel 1829, tuttavia fu così seriamente danneggiata da un uragano che fu presa la decisione di trasferire la capitale a La Paz. Loreto sprofondò nell’anonimato da cui uscì grazie alla costruzione della Transpeninsular ed all’arrivo del turismo; nonostante ciò è riuscita a mantenere la sua piacevole atmosfera di cittadina di provincia. Oltre alla chiesa che sorge nel cuore della città, degno di nota oltre che di una visita è l’adiacente piccolo Museum of the Missions dove viene raccontata la storia delle missioni in Baja California. A circa 40 km da Loreto, nel cuore della Sierra de la Giganta, è raggiungibile la pittoresca missione di San Xavier, costruita dal Gesuita Francesco Piccolo nel 1699. Al largo della costa di Loreto invece si può visitare con escursioni in barca la Isla Coronado, un'isola vulcanica tra le più belle della Baja California, famosa per le sue spiagge bianche, le sue colonie di delfini, i leoni marini ed i numerosi pellicani. Insieme alle altre isole, Del Carmen, Monserrate, e Santa Catalina, Isla Coronado fa parte dell’intero arcipelago che nel 1997 è stato proclamato Parco Marìtimo Nacional Bahìa de Loreto.
 
Capitale della Baja California Sur, con una popolazione di circa 200.000 abitanti, La Paz è situata in una piccola pianura ai piedi della Sierra de la Laguna. L’area dove sorge oggi fu inizialmente occupata nel 1535 dal conquistador Hernan Cortéz, ma l’insediamento ben presto fallì anche perché le ricchezze che si cercava non furono mai trovate. Divenne capitale nel 1829 in seguito all’uragano che distrusse ampiamente l’allora capitale, Loreto, tuttavia l’importanza e lo sviluppo che troviamo ora lo dobbiamo all’arrivo nel 1973 della Transpeninsular che favorì i collegamenti tra i principali centri abitati della regione ed agevolò l’arrivo del turismo. Affacciata su una splendida baia nel Mar di Cortéz, La Paz permette un’ottima balneazione, soprattutto sulle bianche spiagge di Pichilingue, Balandra e Tecolote situate a nord della città. Escursione naturalistica molto apprezzata è quella alla vicina Isola di El Espiritu Santu, raggiungibile in barca o in kayak da La Paz e famosa per la sua colonia di leoni marini, la particolare flora e fauna. La Paz è inoltre apprezzata e frequentata dagli amanti delle immersioni subacquee grazie ai fondali che vengono considerati secondi a nessun altro luogo al mondo: diverse specie di mante, squali balena e pesci martello sono solo alcuni dei grandi pesci che si possono facilmente vedere durante le immersioni. Nell’entroterra invece si suggeriscono escursioni sulla sierra de la Laguna e la visita al villaggio minerario di El Triunfo. Famoso è il “Malecòn”, il lungomare di La Paz su cui si affacciano i più rinomati hotel e ristoranti.
 
A metà strada tra La Paz e Cabo San Lucas e poco al di sotto del Tropico del Cancro, il villaggio di Todos Santos è abitato da circa 5.000 abitanti e gode di un clima piacevole tutto l’anno, con temperature che oscillano tra i 20°C e i 30°C. Fondata nel 1724, la Missione di Todos Santos divenne un importante centro agricolo tanto che nel 1850 divenne il centro di maggior produzione dello zucchero di tutta la Baja California. Nel 1965 ci fu la chiusura dell’ultimo zuccherificio ed oggi è possibile visitarne i resti andando al El Molino Trailer Park. Adagiato su una piccola “mesa” a breve distanza dall’Oceano Pacifico l’abitato oggi è immerso in una vasta piantagione con piante di mango, papaia, avocado, agrumi, ed altre specie tropicali. Queste coltivazioni sono consentite grazie all’abbondante fornitura d’acqua proveniente dalla vicina Sierra de la Laguna. A Todos Santos si respira una rilassata atmosfera tipicamente messicana: gli abitanti sono sereni e cordiali e lo stile di vita è semplice e tranquillo. Una comunità di artisti e di surfisti ha eletto Todos Santos a propria residenza. Le vicine bellissime spiagge sono le meno sviluppate della zona di Los Cabos e questo le rende ancora più belle e suggestive.
 
Cabo San Lucas, la città più a sud della penisola, è l’opposto di quanto si incontra lungo tutta la Baja California; è infatti una città in pieno sviluppo pulsante di giorno e di notte. Ottimi ristoranti, negozi esclusivi, aree commerciali e una vita notturna piuttosto attiva la caratterizzano non poco. Originariamente abitata dai Nativi Guaycura in seguito estinti a causa delle malattie, la zona del Cabo fu presidiata per lungo tempo dagli spagnoli i quali vi costruirono anche un forte per combattere i pirati che assaltavano i galeoni carichi di mercanzie. Nel 1934 Cabo San Lucas contava solo 436 abitanti e non era altro che un villaggio di pescatori divenuto tuttavia famoso per la ricchezza delle sue acque prospicienti, cosa che attirò yacht lussuosi ed amanti della pesca sportiva. L’arrivo della Transpeninsular, nel 1973, e la successiva apertura dell’Aeroporto internazionale di Los Cabos aprì la destinazione ad un turismo di più ampie proporzioni. Impedibile l’escursione alla Playa de l’Amor, raggiungibile solo via mare. Simbolo della città è El Arco, l’enorme roccia ad arco situata nell’estremo punto a sud del Cabo che ricorda un enorme drago inchinato per bere.
 
Contrariamente alla roboante Cabo San Lucas, San José del Cabo, la “gemella” situata più ad est della punta della penisola, è una tipica cittadina messicana in stile coloniale dalle strade strette e ricca di vegetazione lussureggiante. Prima di qualsiasi insediamento la zona era covo di pirati che spadroneggiavano lungo le coste pacifiche intercettando i galeoni spagnoli sulla rotta per le Filippine. L’origine di San José del Cabo risale al 1730 quando i Gesuiti fondarono la Missione di San José che fece da fondamenta alla creazione di un piccolo villaggio di pescatori. Il centro della cittadina è oggi particolarmente grazioso con le boutiques ed i ristoranti spesso con giardini. Il centro della città è costituito da Plaza Mijares su cui si affaccia la Chiesa di San Josè. La zona “hotelera” della città si sviluppa lungo la spiaggia a circa 2 km dal centro. Chi ama pescare non può fare a meno di andare a La Playita Beach; i surfisti devono andare a praticare il loro sport alla Playa Costa Azul, conosciuta anche come Zipper’s Beach. Per chi vuole fare il bagno le mete sono Playa del Nuevo Sol o la vicina Playa California facendo tuttavia sempre attenzione alle indicazioni dei bagnini locali che hanno più familiarità con le forti correnti marine. Appena fuori San José ci si imbatte nella riserva della biosfera “Estero San José”, un tempo attracco di pirati e ora una laguna poco profonda creatasi alla confluenza delle acqua dolce dell’Arroyo San José con l’acqua salata del mare. Tra le palme dell’estuario vivono numerose varietà di uccelli.

SALUTE
Non è richiesta o consigliata nessuna vaccinazione

CUCINA
Oltre al pesce e ai frutti di mare, la cucina locale comprende vari tagli di carne, spesso insaporite con la damiana, un'erba selvatica dalle proprietà medicinali che cresce nella Baja California e che, secondo gli abitanti di questa regione, vanta proprietà afrodisiache. Il liquore prodotto con questa pianta si vende in bottiglie dalla forma molto ricercata, che rappresenta una dea inca

SHOPPING
Non esiste un artigianato tipico della Baja California ma a Tijuana, Ensenadam La Bufadora, La Paz, Cabo San Lucas e San Josè del Cabo e possibile acquistare diversi prodotti provenienti dagli altri stati messicani: gioielli in argento, oggetti in legno, coperte coloratissime.
Il Mercato Madero, in Avenida Revolucion, nella città di La Paz, è l''unico mercato della penisola che mantiene un carattere originale, non contaminato dalla domanda del turismo americano.

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