Balzato agli onori della cronaca rosa nell'estate italiana con la sua visita a Bari e a Palermo, ha acceso fantasie e alimentato la nostra curiosità sul suo regno incantato.
Sono state pochissime le apparizioni del Sultano Qaboos Bin Said, più concrete le sue opere di beneficenza. Un magnifico yacht più simile ad una nave da crociera, una schiera di personale indaffarato e sfavillanti serate mondane hanno aumentato la sua fama e, se ancora fosse necessario, impreziosito la sua figura, insegnando molto ai “potenti” nostrani. La sua presenza dimostra l'interesse per il nostro Paese e conferma la volontà dell'Oman di proporsi come meta emergente nell'area del Golfo, distinguendosi per l'offerta completa di natura, storia e cultura.
Il Sultanato dell'Oman, è uno stato dell'area sud-orientale della Penisola Arabica. Confina con gli Emirati Arabi Uniti dai quali si distingue per essere una poliedrica meta turistica. Si affaccia sul mar Arabico e sul Golfo Persico. Nella lingua dei Sumeri l'Oman si chiamava Magan ed era noto per esportare rame. Prima annesso all'Impero Persiano Achemenide poi compare tra le province soggette nelle iscrizioni di Dario I. Intorno al I secolo a.C. alcune tribù arabe, cominciarono a stanziarsi nel territorio. Nel 632 a.C., in seguito alle conquiste effettuate da Maometto e dai suoi seguaci, l'Oman venne sottratto al controllo persiano, entrando nell'orbita araba. Fu oggetto delle mire espansionistiche portoghesi fino al 1659 quando venne conquistato dagli Ottomani. Furono questi ultimi, nel 1741, a fondare la dinastia di sultani che attualmente governa il Paese. Nel 1698 l'Oman si impadronì di Zanzibar e di una rilevante porzione della costa orientale africana. Nel 1840 la capitale Muscat fu trasferita sull'isola ma alla morte del sultano, nel 1856, si accesero conflitti di successione fra i figli, che portarono alla divisione del sultanato in due principati separati. Il sultanato di Zanzibar fu presto sopraffatto dalle potenze coloniali europee e lo stesso Oman, nel 1891, divenne un protettorato britannico. Nel 1970 subentrò l'attuale sultano che l'anno seguente riuscì ad affrancarsi definitivamente dal controllo britannico. Sin dal suo insediamento il sultano ha fatto molto per migliorare la situazione economica e sociale del Paese e mantenere buoni rapporti con tutti gli Stati Mediorientali. Nel 1996 il sultano ha dotato l'Oman di un'assemblea bicamerale, seppur con limitati poteri legislativi, alla quale il 4 ottobre del 2003, con suffragio universale, il popolo ha eletto 83 membri tra i quali 2 donne. Nel 2004 si è aggiunta alle due donne ministro dell'Oman, Sherifa ben Khalfane ben Nasser al-Yahiyaia, ministro per lo Sviluppo Sociale del Paese. A qualcuno questa potrà non sembrare una grande novità, ma tre donne titolari di un dicastero in questa parte del mondo è un evento. La piccola monarchia dell’Oman è un modello in questo senso. Nel 1994 è stato il primo Paese del Golfo a concedere alle donne il diritto di voto e il diritto all’eleggibilità.
Visti lo sviluppo del sistema economico e la graduale apertura alla democrazia, la gran parte degli abitanti sembra approvare l'operato del sultano: da quelle parti, poi, il sistema funziona se il capo carismatico gode del sostegno popolare. Qaboos bin Said al potere dal 1970, è un uomo così.
Da un lato mantiene le tradizioni, dall’altro riesce a far passare riforme che in altri Paesi della zona sono impensabili.
Un Sultano vero insomma, un uomo capace di non farsi mancare nulla, di controllare il suo Paese con fermezza, ma che allo stesso tempo ha fatto dell’apertura alla modernità un punto d’onore del suo regno.
In questo contesto l'Oman punta sempre più concretamente sul traino economico del turismo e si propone ai viaggiatori europei come meta ideale per una vacanza di scoperta e arricchimento, favorevolmente agevolato dal clima di cui gode, dai paradisiaci scenari naturalistici, dal foklore locale e dagli adeguati servizi ricettivi.