Passaparola

LE RECENSIONI DI UBUNTU TRAVEL

 

Buongiorno Adriano,
voglio esprimere la piu' ampia soddisfazione (mia e di mia moglie) per
il tour appena concluso; tutto è stato ben organizzato, massima disponibilità degli accompagnatori, buoni gli alberghi ed anche i locali per i pranzi e per le cene, ogni volta diversi e con caratteristiche tipiche del luogo e
dei pasti.
Una nota di elogio per la nostra guida Ulugbek Kurbanov per la sua preparazione, la sua passione nel trasmetterci le informazioni e la sua
costante attenzione al gruppo.

Il percorso è stato un pò faticoso sopratutto per la viabilità stradale
con pessime strade continuamente interrotte e mal tenute, ma questo
veniva poi compensato con le meraviglie e la magia dei luoghi visitati.

Di nuovo un grazie ed a risentirci presto.

Marcello ed Annamaria,

Sig. Adriano,
come penso già sappia, siamo felicemente rientrati dal tour in Uzbekistan lunedì mattina in perfetto orario.
Il tour è stato bellissimo, non solo per le stupende architetture delle città storiche e il suggestivo paesaggio dal deserto alle montagne ma anche per la bravura, la professionalità e la disponibilità della giovane guida Ulugbek (per gli amici Ula), che ha dimostrato un ottimo
livello culturale.
A questo dobbiamo aggiungere la bravura e l'attenzione nella guida dell'autista, che ha cercato di alleviarci il pessimo stato delle strade
uzbeke, grazie anche ad un ottimo pulmino su cui abbiamo viaggiato. L'unica nota negativa è stato l'ultimo ristorante a Tashkent, non tanto
per la qualità del menù, quanto per l'esoso costo delle bevande, che
sono costate il 100% in più di quanto avevano speso mediamente i giorni
precedenti.
Mi congratulo quindi sinceramente per la Vs. organizzazione e per quella
uxbeka e non mancherò di reclamizzarvi anche presso altri nostri amici.
Con l'augurio reciproco di poterci risentire per altri impegni turistici, le porgo i più cordiali saluti da parte mia e di mia moglie Cosetta.

Arnaldo,

In un affiatato gruppo di 5 persone ci siamo "avventurati" in questo paese, l'Uzbekistan, di cui sempre avevamo sentito parlare per le sue perle preziose chiamate Samarcanda e Bukhara ma sicuramente non credevamo di trovare tali bellezze create dalla natura e dall'uomo. Fortunatamente, nonostante il periodo che avrebbe potuto riservarci il gran caldo, ciò non è avvenuto in quanto la pochissima umidità dei luoghi, in parte desertici, rende le alte temperature alquanto sopportabili; addirittura a Bukhara ha piovuto ed abbiamo anche avuto una incredibile tempesta di sabbia, di poca durata, per fortuna. Detto questo parliamo degli Hotel, della catena Asia, spartani ma confortevoli, come nella tradizione di quel paese; l'aria condizionatà è assicurata, la pulizia anche; quello di Khiva è a ridosso delle antiche mura e dal mio terrazzo godevo di un indimenticabile panorama. La guida ci ha condotto nei migliori ristoranti, sempre all'altezza per qualità e cortesia; abbiamo potuto gustare una varietà di piatti locali che posso sicuramente definire "niente male".
Parliamo di ciò che di eccezionale ci ha riservato questo viaggio. innanzitutto la guida, Ulugbek Kurbanov, un ragazzo di 24 anni, preparatissimo, di grande umanità e cortesia; non soltanto ci ha fatto conscere i monumenti del suo paese ma ha risposto esaurientemente ad ogni tipo di domanda che gli è stata posta e vi posso garantire che lo abbiamo letteralmente bombardato; bravo, bravissimo e sopratutto equilibrato; l'organizzazione del tour ci ha fatto aprrezzare, con una escalation di bellezza, le leggendarie città uzbeche e si è rivelata rodata ed efficientissima; il mezzo di trasporto; un comodissimo pulmino "Mercedes" dotato di ogni confort e guidato da un bravissimo, prudente e discreto autista. Le strade, non è una novità, sono in condizioni terribili e questo è uno dei pochi, l'unico notevole, lati negativi del tour; non dipende da Ubuntu sicuramente ma chi va in Uzbekistan deve prepararsi a percorrere più di mille chilometri fra le buche stradali. Vorrei anche sfatare giudizi negativi che ho letto su alcuni siti internet circa la linea aerea uzbeca che sembrerebbe fra le più trascurate e sporche del mondo: questi signori evidentemente usufruiscono abitualmente della "Mastrolindo Airways" e non hanno mai messo piede sulle vaie "Low cost". Io ho viaggiato su ottimi aerei, vale a dire Boeing 757 ed Airbus per il trasferimento interno; ho trovato una grande pulizia, nonostante l'alto numero di passeggeri; sono stato accolto e letteralmente coccolato durante il viaggio da gentilissime hostess e steward che sono passati in continuazione ad offrire ogni genere di conforto; dirò di più hanno fronteggiato la maleducazione di vari passeggeri sudcoreani con una calma olimpica che io non avrei sicuramente avuto.
Per finire: sono contentissimo di questo viaggio; ho conosciuto un popolo bellissimo, di una cordialità e dignità inaspettata, specie i bimbi; itinerario azzeccatissimo; guida favolosa; sicuramente valido il rapporto qualità prezzo; un grazie ad Adriano che ho fatto intervenire (di domenica) a risolvere un problema: con lui mi scuso ancora per averlo distolto magari da più piacevoli occupazioni...

Gianfranco,

India! Ricordi confusi ma odori e profumi ben chiari, inconfondibili che ci toccano subito le narici ed entrano nel cervello. L'India può essere cambiata ma è immutabile in questo odore di spezie, di curry e coriandolo che gira nell'aria... E dopo colori colori e ancora colori riempiono la nostra vista. Le donne nei loro sari e punjabi colorati, gli occhi truccati, i veli delle islamiche. Rapporto donne a uomini tre a dieci ma si vedono perchè spiccano decisamente e ancora rumori urla, voci alte e l'immancabile suono dei clacson che entra profondamente nelle nostre orecchie. Buon giorno India sembri mutata, all'apparenza dopo 35 anni, ma la sostanza rimane la stessa!

Che sorpresa la visita al tempio sikh Bangla Sahib Gurudwara a Delhi! Non c’era nel programma di viaggio ma avevamo manifestato al tour operator che lo ha prontamente fatto presente con estrema professionalità al corrispondente e alla nostra guida, la nostra esigenza di uscire dai circuiti e dalle visite abituali e di entrare più in contatto con il popolo nella sua vita quotidiana e nella componente religiosa.

Detto... Fatto! Abbiamo vinto le nostre resistenze e senza scarpe ci siamo tuffate nella spiritualità indiana spogliandoci dei nostri pregiudizi. Che fierezza negli sguardi profondi dei sikh rapiti dalla musica e dai mantra. Una società di mutuo soccorso che sforna una media di 20.000 pasti al giorno con il lavoro di volontari che si alternano nelle cucine che abbiamo potuto visitare. Sono i sensi ad essere toccati. La vista dei turbanti di colori accesi, bluette, arancioni, bordeaux sono i colori più gettonati, che si stagliano sul marmo bianco coperto di tende bianche. La musica ottunde le nostre orecchie mentre si fa strada il profumo dei fiori lasciati in offerta all'altare. Gente raccolta in preghiera prostrata o seduta ai lati del tempio oppure persone, in un flusso incessante come un fiume in piena, che si sussegue senza sosta davanti all'altare. Anche qui contrasti e ancora contrasti chi si isola e chi partecipa. Non riusciamo a trovare il nostro equilibrio, ma nemmeno lo cerchiamo ci facciamo cogliere e trasportare senza pensare. Osserviamo e ci osservano. Sentiamo con i piedi il freddo del marmo e la morbidezza della moquette. È un'esperienza nuova, travolgente si sente il mondo anche coi piedi ed è una cosa che vorremmo ripetere. Il tatto è un senso per noi quasi perduto ma ha un fascino pregnante.

Non ci è mancata l’opportunità con dato che, successivamente, abbiamo avuto l’occasione di partecipare a più di qualche "arti" (cerimonia induista) a Pushkar, a Jaisalmer e a Bikaner. Anche questi tutti interessantissimi fuori programma come le innumerevoli soste nei mercati rurali e cittadini per stare in mezzo alla gente.

Noi occidentali dobbiamo vincere una certa ritrosia nel toglierci le scarpe e nell'appoggiare i piedi nudi a terra. In India questa è una sfida continua nelle visite ai templi indù. Certo non è facile appoggiare i piedi dove li appoggiano altri ma non è solo questo. Sono le condizioni igieniche esasperate, la presenza continua di animali che si dilettano a far banchetto delle palline di zucchero che i fedeli indù portano come offerta a lasciarci riluttante. Queste manifestazioni religiose a cui assistiamo ci stupiscono. La musica di tamburi e piatti cresce via via di intensità fino ad ottundere il cervello, a piegare la volontà rapendoci. I cori cantati che si trasformano in preghiera tendono a strapparci dalla realtà fino a quando l'aspersione finale con acqua ci riporta d'improvviso al presente. Si risente il rumore del silenzio e si percepisce l'odore quasi nauseabondo delle collane di fiori che sono portate come offerte. Volti a volte gentili e curiosi a volte interdetti scrutano queste due donne bianche che vedono, comunque, pregare. Alla fine la tensione si scioglie ci segnano la fronte col bollino rosso e ci danno dello zucchero e basilico da mangiare. Noi, lo ammettiamo, fingiamo di farlo. Non vogliamo sfidare la sorte e prenderci qualche strano batterio. Sappiamo, in cuor nostro, che i loro Dei ci perdoneranno... Grazie a Voi abbiamo camminato, comunque, a piedi nudi nel tempio.

PS Grazie a Voi sono anche sopravvissuta, visto che sono intollerante al coriandolo e al curry e ogni sera ciò veniva gentilmente ricordato in occasione del check in!

Paola M.,

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