Ubuntu’s stories
Di Giovanni Rachello
IX - Il passaggio degli Amorrei nella Mezzaluna Fertile
Al tramonto del III millennio a. C. e all’alba del II, venuta meno la potenza di Akkad e caduta anche la terza dinastia di Ur, dopo i novant’anni del dominio del popolo dei Gutei, e alla fine delle dinastie di Larsa e Isin, successivamente all’invasione degli Elamiti, avvenne l’epocale passaggio degli Amorrei nella Babilonia. Venuti dalla penisola araba, questo popolo nomade si spostò lungo la costa occidentale ed entrò nei territori della Giordania e della Siria, come testimoniano alcune fonti provenienti dall’importante centro economico di Ebla[1], già nel XXI secolo a. C., esercitando una forte pressione su Sumer assieme agli Elamiti, provenienti da est. Così la terza dinastia di Ur giungeva all’ultima fase della sua esistenza. L’ultimo sovrano, Ibbi-Sin (2028-2004), eresse mura colossali a Ur e Nippur, in un ultimo tentativo di difesa dagli Amorrei e dagli Elamiti, ma non riuscì ad evitare la defezione di molte città orientali e degli importanti centri di Lagash e Umma dopo la guerra con il regno di Shimashki, avvenuta al tempo del suo predecessore, Shu-Sin (2037-2029). La pressione degli Amorrei e la defezione degli alleati si fecero tali che alla fine, nel 2004, Kindattu, il sesto re di Shimashki, fu in grado di saccheggiare Ur e catturare Ibbi-Sin.
Nel cosiddetto Lamento sulla distruzione di Ur, un’opera letteraria del secondo millennio, vengono individuati gli autori materiali del disfacimento politico di Ur nei “barbari” Amorrei ed Elamiti, dipinti con tratti animaleschi in quanto privi delle caratteristiche attribuite ai popoli sedentari, come la sepoltura dei morti, l’elevazione di preghiere agli dèi, la cottura del cibo e il possesso di una casa. Ma, contrariamente a quanto propagandato in questo testo, saranno proprio gli Amorrei, progressivamente sedentarizzati, ad ereditare la struttura urbana dei Ur III e ad arricchirla di nuovi elementi, contendendo il primato sulla Babilonia alle dinastie di Isin e Larsa sino all’unificazione della regione sotto il regno di Hammurapi (1792-1750). I circa tre secoli che si pongono in mezzo tra la prima comparsa degli Amorrei a Ebla e l’ascesa al trono babilonese di Hammurapi sono fondamentali per il Vicino Oriente Antico, dato che essi pongono le basi per la formazione dei regni territoriali che dominano il II millennio, non solo in Mesopotamia ma in tutto il Vicino Oriente. E per una buona parte di questi, tra cui il regno Assiro, la Babilonia stessa e molti regni minori della Siria come Ugarit, Ebla stessa, Byblos e Hama, la lingua degli Amorrei divenne la principale, ma la scrittura rimase quella cuneiforme. Questa andò a segnare una koinè, un’area di comune utilizzo che si estendeva anche al regno Hurrita di Mitanni e all’impero Ittita, la quale oggi serve per delimitare i confini degli studi sul Vicino Oriente Antico, il quali giungono sino al I secolo d. C., periodo al quale viene datato l’ultima iscrizione cuneiforme della storia, l’ultimo cuneo della scrittura che diede origine alla storia stessa.
[1] Le tavolette di Ebla sono consultabili nell’archivio online al seguente link: EbDA (cnr.it)