Andalusia, terra di gitani

“Addio Granada romantica, paese di luce di sangue e d'amor!”. Ci ricasco sempre, con le citazioni. Ma pensando all'Andalusia, e a Granada, come non ricordare il grande Claudio Villa? O chiunque altro, negli anni, abbia intonato quelle note? Un viaggio in Andalusia vi aiuterà a comprendere meglio le parole passionali di questa canzone. L'Andalusia è la regione più calda e “calorosa” della penisola Iberica. Viene a volte definita "il ponte tra due continenti", Europa ed Africa, ed è anche il punto di incontro tra due mari, l'Oceano Atlantico ed il Mediterraneo. Grazie alla sua particolare posizione geografica, l'Andalusia ha continuamente sperimentato l'avvicendarsi di culture diverse, che da qui sono poi arrivate in Europa nel corso dei secoli: questo che le è valso anche il titolo di "Porta dell'Europa". È una regione tipicamente meridionale, e dunque patria di case bianche, fiori di mille colori,  piccoli paesi abbarbicati sotto il sole, profumo di agrumi e di olio, note di flamenco. La particolarità di questa regione è la grande varietà di paesaggi che si susseguono in appena 40 chilometri: da quello alpino con le cime innevate, a quello arido e quasi desertico, alle colline ricche di ulivi, alle splendide località balneari della Costa del Sol. I nostri tour prevedono soste nelle città più significative: Granada appunto, poi Malaga e Siviglia. “Chi non ha visto Granada, non ha visto nulla” recita un detto spagnolo. La bellezza della città non è data solo dalle testimonianze storiche, ma anche dalla sua vivacità, dal fatto che è la vera capitale culturale dell'Andalusia, ed è anche città di divertimento, dove si alternano una miriade di eventi di cinema, teatro, musica e arte varia. E come tutte le città universitarie, è aperta e multiculturale. E per introdurre Siviglia, mi perdonerete un'altra citazione: stavolta si tratta del film “Victor Victoria” dove Julie Andrews prima, e un fenomenale Robert Preston alla fine del film, cantano “The shady dame from Seville”. Non che la canzone racconti molto della città, ma mi sembrava un bel gancio. La leggenda narra che Siviglia sia stata fondata da Ercole, come è scritto su una delle porte d'ingresso alla città: "Ercole mi edificò, Cesare mi cinse di mura e il re santo mi conquistò". Se Ercole è leggenda, la dominazione romana della città è invece la realtà. Alcalá del Fiume, nelle vicinanze di Siviglia, fu lo scenario della battaglia finale in cui si affrontarono romani e cartaginesi (206 a.C). Oltre che romana, Siviglia fu anche islamica, castigliana, cristiana e poi “porto delle Indie” dopo la scoperta dell'America, perché è dove arrivavano le merci provenienti dalle Nuove Terre. Quello fu anche il periodo del suo massimo splendore, visto che l'insediamento di nuove imprese commerciali portò ad un forte incremento demografico, che la fece diventare la terza città del mondo occidentale. Seguì, nel 1717, un periodo di declino, a seguito del quale Siviglia iniziò ad essere meta turistica per viaggiatori romantici. L’Esposizione Universale del 1929 è il primo grande avvenimento del XX Secolo che lasciò alla città la Piazza di Spagna, la Piazza dell'America ed i padiglioni dei diversi paesi partecipanti, alcuni costruiti nello stile che evoca le culture autoctone precolombiane.
L'Andalusia è la terra del flamenco, della corrida, della Carmen, di Don Giovanni, ma anche dello sherry, delle olive e dei limoni. È la terra per chi apprezza i contrasti, per chi vuole trovare nella stessa regione straordinarie diversità paesaggistiche, culturali e architettoniche, passando da una imponente cattedrale cristiana, alla quiete dei paesini con le casette bianche, entrando in un antico palazzo arabo, affacciandosi sulla vastità di una fertile pianura; per poi incontrare all'improvviso città moderne piene di luci, di rumori, di vita. Partono settimanalmente viaggi di gruppo che ottimizzano i costi e i tempi con una giusta dose di libertà.

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